La Chimera

La Chimera Vinsanto D.O.C. del Chianti Classico

La Chimera

Vinsanto D.O.C. del Chianti Classico

Da uve Trebbiano e Malvasia raccolte ad ottobre e lasciate ad appassire fino ai primi di febbraio, il Vinsanto del Castello di Monsanto si produce seguendo la più rigida tradizione: lasciando il mosto per un decennio nei piccoli caratelli esposti estate e inverno alle intemperie della vinsantaia. Nessun controllo tecnologico, solo passione infinita per una grande tradizione Chiantigiana. Un vino dolce non solo da dessert; la struttura acida lo rende di strepitosa eleganza e persistenza, capace di abbinamenti non scontati.

Denominazione

Vinsanto

Primo anno di produzione

1970

Vitigni

50% Trebbiano e 50% Malvasia

Sistema di allevamento

Guyot


Vinificazione

Uve appassite su graticci

Maturazione o invecchiamento

12 anni in caratelli da 50 e 100 litri di castagno, rovere e ciliegio

Affinamento

Un anno in bottiglia

Andamento climatico

Sicuramente il 1962 è stata una delle migliori vendemmie del decennio insieme al ’64 e al ’67.

I vini Chianti Classico di Monsanto sono stati prodotti con le regole più tradizionali: impiegando il Trebbiano e la Malvasia, i raspi in fermentazione e il metodo del “Governo alla Toscana”.

Dopo un settembre eccezionalmente caldo e secco, la vendemmia è iniziata nella seconda settimana di ottobre e le uve, trasportate alla cantina con le bigonce, sono state ammostate direttamente nei tini di legno senza essere diraspate. Di quell’anno, ricorda Fabrizio Bianchi, che “il mosto si follava a mano con bastoni di legno e una volta terminata la fermentazione, i tini venivano chiusi ermeticamente fino a fine novembre/primi di dicembre. Poi, per procurare una seconda fermentazione, aiutare la malolattica e abbassare l’acidità, veniva aggiunta anche dell’uva precedentemente messa ad appassire sui graticci. A inizio primavera, anzi… come si diceva a quei tempi alla luna di marzo… si travasava in botti di castagno”.

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